La Giunta regionale della Campania ha adottato il Piano di Utilizzazione delle Aree Demaniali marittime (PUAD) per finalità turistico-ricreative fissando le regole che i comuni costieri devono rispettare nella gestione delle spiagge.
Un documento atteso da oltre un decennio, tuttavia, discusso in fase preliminare con i soli imprenditori balneari e adottato escludendo la procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

Il Piano consolida gli squilibri esistenti in Campania dove oltre il 67% delle spiagge è in concessione esclusiva a soggetti privati che le gestiscono in regime di proroga,  in contrasto con le normative europee , in molti casi sentendosi i “padroni” delle spiagge stesse, incuranti della  natura pubblica e collettiva del demanio marittimo ponendo ostacoli alla pubblica accessibilità, quali barriere, mura, cancelli e recinzioni, nel silenzio delle istituzioni preposte al controllo.

Un furto quotidiano in danno di cittadini cui è sottratta la possibilità e il diritto di vivere pienamente il rapporto con il mare, bene comune, luogo di libertà, salute e bellezza per antonomasia.

E’ necessario ristabilire il corretto ordine di priorità tra gli interessi in gioco.

Il modello di gestione che immaginiamo prevede la tutela dell’ambiente prima di tutto e poi concessioni di servizi senza uso esclusivo del suolo, assegnazioni tramite gare ad evidenza pubblica, accessibilità, partecipazione delle associazioni di cittadini e trasparenza, insomma un modello europeo di servizi alla balneazione più rispettoso dell’ambiente e del diritto di tutti a fruire pienamente e liberamente del mare.

Sebbene si facciano strada alcuni concetti necessari, fino ad oggi assenti, ad esempio riguardo i servizi minimi sulle spiagge libere (pulizia, servizi igienici e di salvamento) gestitidai Comuni (cui bisogna garantire risorse adeguate perché la norma non resti solo sulla carta) determinando gli importi che i concessionari dovranno corrispondere a titolo di imposta regionale in base ad una classificazione dei comuni, nel documento traspare, in molti punti, un modello di gestione anacronistico, alle volte anche contraddittorio con quelle che sono le stesse disposizioni generali, valorizzando con l’attribuzione di un punteggio premiale gli stabilimenti balneari che realizzano centri benessere, spa, piscine e recinzioni. Un modello inaccettabile e incompatibile con la natura del bene le cui ambiguità
occorre superare.

E’ un esigenza che l’opinione pubblica oggi sente più che mai.

Ne è testimonianza la nascita e la rapida crescita di associazioni come la nostra e di tanti movimenti locali comitati e associazioni in difesa del mare libero e gratuito che intendono far ascoltare la loro voce.

Per questo abbiamo riunito tutte le realtà associative e i comitati attivi in Campania in difesa del mare e delle spiagge e intendiamo rivolgere un APPELLO UNITARIO alla Regione Campania perché riveda questo Piano.

Queste in sintesi le nostre richieste (qui il documento completo delle osservazioni al PUAD Campania presentato in Commissione Ambiente del Consiglio regionale della Campania il 26.01.2023):

1.       attuare un cambio di prospettiva radicale nelle modalità di gestione: prima la tutela della funzione pubblica, sociale e ambientale delle spiagge, poi l’interesse privato allo sfruttamento economico;
2.      garantire più spiagge libere almeno in misura pari al 50% in ciascun ambito omogeneo del singolo comune costiero e introdurre il principio dell’obbligatoria alternanza tra tratti in concessione e spiaggia libera;
3.      garantire la partecipazione dei portatori d’interesse e in particolare delle associazioni di cittadini alle fasi preliminari all’adozione dei piani di utilizzo del demanio regionali e comunali;
4.     eliminare le ambiguità terminologiche come ad esempio la definizione di “soggiorno all’ombra” per indicare l’arenile;
5.     eliminare le recinzioni sulle spiagge e recuperare un assetto delle aree costiere libere e accessibili senza cancelli e barriere;
6.     Ammettere nel rilascio di nuove concessioni unicamente progetti che prevedano l’utilizzo di strutture non fisse e facilmente amovibili;
7.      procedere alla mappatura delle strutture esistenti e alla valutazione della loro legittimità in base ai titoli;
8.     garantire la massima trasparenza di tutti gli atti relative alle concessioni demaniali;
9.     aumentare la percentuale dell’imposta regionale destinata ai comuni e vincolata alla gestione delle spiagge libere;
10.    eliminare le strutture in cemento che non abbiano funzione strutturale e ogni recinzione sul demanio. I centri benessere le piscine e le spa, non vanno realizzati sulle spiagge;
11.     prevedere sanzioni più severe per la violazione delle norme del PUAD.

Il PUAD dovrà essere approvato  definitivamente dal Consiglio regionale e sarà possibile fare pervenire OSSERVAZIONI alla Direzione Generale Governo per il Territorio da parte di ciascun soggetto interessato entro il 6 marzo.
Inviateci le vostre osservazioni alla mail info@conamal.eu e facciamo arrivare ai decisori politici, forte e chiara la voce dei cittadini che reclamano più spiagge libere e mare pulito.
Ricordiamo che è possible inviare osservazioni direttamente attraverso la Posta Elettronica Certificata all’indirizzo dg.500900@pec.regione.campania.it, con oggetto ““Osservazione al PUAD adottato con D.G.R. n. del 20.12.2022”.

Difendiamo il nostro “diritto al mare” !!
Claudia Vellusi
Consigliera Coordinamento Nazionale Mare Libero per la Campania